domenica 2 dicembre 2012

Dicembre, tempo di bilanci o quasi


Anche dicembre è arrivato e per noi inizia il tempo dei bilanci. Solo due anni fa cominciavamo ufficialmente la nostra attività con i prodotti invernali dopo un'estate di prova che aveva dato tante speranze ma effettivamente pochi risultati concreti. Non mollare mai e credere nelle cose buone, quelle che fanno bene alla vita e alla natura, anche quando le altre persone ti dicono che non andrai da nessuna parte e che con questo lavoro non riuscirai a "campare", questo è lo spirito che ci guida nella nostra attività quotidiana, un'attività che necessita di pazienza ma che nel tempo dà i suoi frutti. Certo ci vuole tanto lavoro e passione, ma come si fa a non provare soddisfazione nel vedere che di anno in anno il banchetto si allarga e si fa sempre più fornito? Stamattina è uscito pure questo commento: "Se gavessi avudo sto' banchetto l'anno scorso me saria basà le man!". Beh, come inizio della stagione dei bilanci non è male, contando che ci sono ancora molti margini di miglioramento! E speriamo che anche tutti quei giovani italiani che sono appassionati al mondo dell'agricoltura, ma che hanno ancora titubanze sulla possibilità di poter sopravvivere con un lavoro di questo tipo,  non abbiano timore ad intraprendere questa strada.

martedì 6 novembre 2012

Radicchio a go-go


Fa freddo o caldo!!! Non si capisce più in che stagione siamo. Per lavorare all'aperto giornate come quella di oggi sono l'ideale, si stava proprio bene. L'unico problema è che va a finire che mi scappa tutto il radicchio, da noi si dice "el va tuto in galo" per intendere che va in semenza e non se ne fa più niente perché diventa immangiabile.




Abbiamo trapiantato del veronese precoce e tardivo, del trevisano spadone precoce e tardivo, del chioggia tardivo, del castelfranco e per puro capriccio del veronese rosa tardivo. Le varietà precoci le stiamo raccogliendo già da qualche settimana e sono veramente buonissimi e particolarmente teneri. Se anche i tardivi son così siamo a cavallo. 

mercoledì 31 ottobre 2012

Un racconto aspettando la notte di Halloween

Non ha a che fare con le verdure, però quando l'abbiamo letto ci è piaciuto tanto, così tanto da volerlo condividere con voi, perché riguarda il mondo contadino di cui facciamo parte e del quale è bello tramandare  le tradizioni. Tratto dal diario (blog) dei nostri amici della "Laita, la contrada del gusto" ecco a voi un racconto che "parla della nuova festa di Halloween, vista attraverso gli occhi di un vecchio contadino, abituato all'antica ricorrenza 'dei defunti'". Buona lettura!



Il ritorno

La macchina aveva rallentato prima di imboccare lo stretto passo carraio. Ne aveva riconosciuto il rumore, prima ancora di scorgere il fascio dei fari puntato contro il vetro della finestra. Alla sua età i rumori avevano acquistato una consistenza particolare, divenendo punti di riferimento più delle stesse parole. Quelle, a volte stentava a capirle. Come quella storia di Halloween, di cui avevano trasmesso poco prima alla televisione. Storie di streghe e di ragazzi che corrono per le strade a fare scherzi alla gente. Aveva scrollato le spalle sorridendo.
Fuori i rumori che sospettava: la portiera che si apre, i passi sulla ghiaia, il campanello. 
“Dolcetto o scherzetto”, avevano  detto i bambini travestiti da mostri. Li aveva riconosciuti ed era scoppiato a ridere. Proprio come alla televisione. Aveva dato le caramelle ai  nipoti e chiamato dentro suo figlio. “No, non mi fermo stasera papà. Magari ripassiamo domani. Devo portare i ragazzi alla festa di  Halloween”. Il vecchio aveva sorriso. “A domani allora”. Poi la macchina era ripartita scomparendo nella nebbia. La nebbia, quanta ne aveva mangiata la notte, mentre con Momi, Milio, Paolin e Renso facevano ritorno dal filò dei Moretto. Ma allora non c’erano tutte le macchine di adesso, ed al massimo andavi a finire dentro al fosso od in mezzo alle canne del mais, se avevi bevuto un po’ troppa graspìa.
“Meglio così se non si sono fermati”, aveva mormorato il vecchio fra sé. “Stanotte sono lo stesso in buona compagnia”. Prima di sedersi, aveva gettato un grosso pezzo di legna sul fuoco, catturato dal movimento ipnotico delle fiamme. Stava dicendo il rosario a quell’ora. Lo diceva ogni sera da solo. Da quando la Bertilla aveva fatto sanmartin ed aveva traslocato “dall’altra parte”. Sopra la tavola il fiasco con il vino nuovo, e sul piatto un pezzo di patata americana, proprio come sti ani. Se avesse avuto ancora tutti i suoi denti, e non quelli da rastéo che si ritrovava adesso,  ci sarebbero state  anche le castagne. Immaginò la Bertilla, seduta accanto al focolare che scrollava la testa sorridendo per queste sue matità.  Ma per lui certi riti andavano rispettati. Li aveva sempre onorati per anni e  non  avrebbe certo trasgredito questa volta. 
Finì il rosario con calma, lasciando scorrere lo sguardo sulle ombre delle fiamme proiettate sulla parete. Si versò un bicchiere di vino, di quello nuovo che gli aveva portato Tano, il vicino di casa, ed incominciò a chiamarli piano. Per nome, uno alla volta.
“Bepo”. Era suo padre. Lo ricordava con ammirazione, anche se molte volte le sue mani pesanti si erano abbattute con forza sulla sua schiena irrequieta. Erano arrivati alla fattoria da “obbligati”, poi avevano fatto il salto ed erano diventati  mezzadri, quindi fittavoli ed infine proprietari. Adesso suo figlio aveva venduto metà della campagna ai confinanti e con il ricavato aveva aperto un negozio in città. Era per questo che Bepo, ogni volta, si presentava serio, immaginò. Un tantino imbronciato. Ma a ben pensarci, non ricordava di averlo mai visto sorridere. Neppure quella volta che aveva trovato nella minestra la pelle della ciupinara, che lui e Paolin avevano messo ad asciugare sulla nappa del camino e che poi, inspiegabilmente, era caduta proprio dentro al minestrone che bolliva attaccato alla catena sul focolare. “Madona che coéssa”, aveva mormorato Paolin mettendosi a ridere forte. Bepo l’aveva buttata per terra ed aveva continuato a mangiare senza tante storie.
“Maria”, sua madre. Quante ne aveva passate da giovane, in una casa con cinquanta persone. Quattro “colonne” tutte nella stessa cucina e lei, che era la moglie del fratello maggiore, a cucinare per tutti. A quarant’anni aveva fatto un po’ di esaurimento, ma con l’affitto della terra era passata anche la depressione. Andava alla messa prima ogni mattina e, nonostante le scarse risorse, alla domenica non aveva mai fatto mancare la putana o el busolà.
“Milio”, so compare. Lo ricordava con il fucile ancora a tracolla. Andavano a casoto insieme alla mattina presto, dopo aver rimosso la lettiera delle vacche, prima della mungitura. Un giorno avevano abbattuto più di duecento lodoe. Tutte addosso agli  specchietti, come le paeje alla lampadina. Quella volta la Bertilla aveva pelato uccelli per un giorno intero, aiutata dalla santola e dalle figlie. Dalla cucina il profumo dello spiedo, e la voce della caccia miracolosa, avevano percorso tutte le “storte” fino al paese.  E la sera si erano ritrovati in cinquanta attorno alla tavola, tanto da doverla trasportare sotto il portico, per poterla allungare con quattro assi messe sopra le balle di paglia. Che festa. Era venuto anche don Severino, Piereto favaro, il farmacista e tutti gli amici del paese; chi con un dolce, chi con un salame. Le donne avevano aiutato la Bertilla a portare in tavola ed avevano mangiato in cucina, ridendo ed alzando un po’ il gomito. 
Con Milio erano cresciuti insieme fin da piccoli, compagni di giochi e di avventure. Ricordava che facevano a gara a chi pisciava più distante, e d’inverno passavano e ripassavano tutte le siese con la fionda, a caccia di ociti poini. Doveva essere nata  allora la passione per la caccia. Un sorriso gli aveva attraversato le labbra. Quella volta, nascosti dentro al fosso, avevano portato via la scala da sotto la siaresara, dopo che le ragazze vi erano salite sopra per ciliege. La Bertilla aveva le mutande a fiori, la Milia a quadri e la Cia non ce le aveva proprio. Quante risate, quel giorno. Ma il giorno dopo erano corsi a gran velocità  a confessarsi da don 
Faraone, un poco vergognosi e pentiti, ma più che altro “consigliati” dalla mano pesante della Maria, alla quale le ragazze lo erano andate a raccontare.
“Toni”, suo fratello maggiore. Lo chiamava ogni volta con un filo di voce. Con una certa apprensione dentro, non sapendo per certo se anche lui fosse già passato dall’altra parte con tutti gli altri. La sua ultima lettera l’avevano ricevuta dal Don l’uno gennaio del  quarantatre. “Carissimi genitori”, scriveva, “vengo a voi con questo mio scritto facendovi presente del mio buono stato di salute, come pure vorrei sperare di voi”. Il foglio con l’intestazione del Partito Nazionale Fascista e con le massime di Mussolini, era logoro ormai. L’inchiostro sbavato dalle molte lacrime che Maria aveva versato su quell’ultima lettera. “Cari genitori”, finiva, “io con l’aiuto e la grazia di Dio mi trovo pacifico e tranquillo e termino salutandovi e baciandovi e 
facendovi mille auguri di buon anno a voi e tutta la famiglia. Pregate per me ciao”. Di solito terminava con un “ciao, state allegri”. Dopo quella lettera non avevano più ricevuto sue notizie. Disperso in Russia. Era partito a diciannove anni, lasciando il cuore nei campi e nella numerosa famiglia di contadini. Scriveva una lettera ogni altro giorno, per rassicurare sulla sua salute e per chiedere informazioni sulle semine, sui parti, sulla raccolta del sorgo sucarin e dell’uva. Nelle ultime lettere aveva scritto che gli scarponi si stavano aprendo come se fossero stati di cartone ma che loro avevano rimediato fasciandoli con pezzi di stoffa e spago.
“Caro fratello”, aveva scritto nel novembre del quarantadue, “Ho sentito che la vendemmia quest’anno é andata bene. Tieni da parte un “vedolo” di moscato che quando ritorno facciamo insieme una bella bala”. La botticella era ancora in cantina, nascosta sotto i basari. Un giorno o l’altro avrebbe trovato il coraggio di aprire il  cocon per sentire se il vino era andato aceto.
Le ombre del fuoco danzavano sui muri della cucina, a volte piegandosi come il vecchio Bepo imbacuccato nel tabarro, altre volte  alzandosi di scatto come Milio quando puntava al fagiano alzato dal cane. 
“Bertilla”, aveva mormorato con un filo di voce. L’anno scorso avevano vegliato insieme, ma adesso anche lei se n’era andata via con tutti gli altri. Avevano fatto all’amore per tre anni, dopo si erano sposati. Adesso per fare all’amore intendevano qualcos’altro, ma lui non provava rammarico per il loro fidanzamento all’antica. Quando aveva tentato di spiegarlo a Giacomo, suo figlio, aveva preso ad esempio la fugasa de pasqua. “Vedi come fa tua madre”, gli aveva detto. “La impasta la sera e la notte tiene la stufa accesa e la lascia riposare. E il giorno dopo aggiunge altra farina e la impasta una seconda volta, e ancora la lascia riposare in pace. E guarda che “fugasse” escono dopo dal forno: belle alte, morbide e piene di gusto. L’amore é come una fugassa de pasqua. Se la metti in forno senza prima  averla fatta lievitare, ne otterrai 
una ciabatta dalla crosta dura e cruda dentro, buona neanche per il maiale”. Doveva essersi spiegato male, perché il matrimonio di Giacomo, impastato senza lievito, si era ben presto rivelato insipido e buono a niente.  Povera Bertilla. Quanti pesi avevano sopportato le sue spalle minute: la morte tragica dei genitori, i sospetti velenosi della cognata, l’arteriosclerosi della Maria, il divorzio di Giacomo, il pensiero per Alessandro, il figlio più giovane di Matteo, che aveva incominciato a frequentare compagnie balorde. 
Il vecchio aveva guardato con la coda dell’occhio le lancette dell’orologio. Erano passate le undici da pochi minuti. Con fare incerto si era alzato dalla sedia, diretto verso la credenza. Avrebbe preparato la tavola per loro, con i piatti ed i bicchieri puliti. Ed al centro il  bottiglione di vino nuovo ed un piatto di patate americane, proprio come “na volta”.. Bepo a capo tavola, la Maria di fronte. E intorno Milio, Toni e la Bertilla. Alla salute, aveva detto alzando il bicchiere per la seconda volta. Nel focolare aveva gettato un altro grosso pezzo di legna. La stanza doveva rimanere al caldo, che loro stanotte sarebbero tornati a casa, scivolando piano lungo la catena del camino. Per terra aveva sparso un sottile strato di cenere, come per preservare 
i loro piedi dall’umidità di questo mondo. Lo faceva ogni anno. La mente per un attimo era ritornata alle scene trasmesse dalla televisione: la festa di Halloween,  ragazzi che ballavano al chiaro di zucche colorate, correndo di casa in casa a fare scherzi. “Dolcetto o scherzetto”, gli avevano detto i bambini quella stessa sera. Chissà che cosa volevano dire. Forse non lo sapevano neppure loro. Scrollando il capo si era alzato dalla sedia, diretto verso la camera. Ma prima di lasciare la stanza aveva posato per un istante lo sguardo sul sottile velo di cenere e, per un attimo brevissimo, gli parve di scorgere l’impronta grossa delle sgalmare di Bepo, quella piatta delle socole della Maria, il battistrada a righe di  Milio ed  il piede sottile della Bertilla. 
La mano era già all’interruttore della luce, quando un nodo, improvviso, gli era salito alla gola. 
Fra quelle impronte conosciute quest’anno,  per la prima volta, ve n’era una di nuova. Era uno 
scarpone militare, dalla suola fasciata con un logoro pezzo di stoffa e spago.
“Toni”, mormorò il vecchio, mentre le lacrime gli salivano agli occhi. “Bentornato a casa”.




venerdì 26 ottobre 2012

Autunno!!

Quando si parla di serre di solito le si considera un modo per poter anticipare la produzione estiva. Parlando con alti produttori invece ho scoperto che possono essere sfruttate anche per prolungare la produzione, e così eccoci qua!! E' quasi fine ottobre e questo è parte del raccolto di ieri.( I fagiolini si sono messi in posa anche se non sono in serra ).






 Questi invece sono le  zucchine anche loro ancora in produzione al calduccio della serra.




Adesso, resta da vedere fino a quando proseguirà la produzione, e la mia curiosità è grande.

martedì 16 ottobre 2012

Operazione marketing :)

Anche quest'anno, nell'intento di pubblicizzare la nostra attività, abbiamo sponsorizzato alcune manifestazioni del paese. Così le nostre zucche hanno fatto bella mostra nei ripiani che contengono i premi delle  pesche di beneficenza  della sagra del nostro paese e di quello confinante. Il nostro fiore all'occhiello però è stato il "cesto"(noi lo chiamavamo così anche se è evidente che è una cassetta) per la Festa dell'anziano.





I prodotti del cesto con grande soddisfazione sono quasi tutti di nostra produzione, fanno eccezione le mele che sono di un vicino. Ci sono le zucchine che quest'anno sono state un prodotto di grande traino, i pomodori,  le patate, l'immancabile zucca, il cavolo cappuccio e i fagiolini che dopo essersi fatti tanto desiderare tutta l'estate ora finalmente col cambiare della temperatura ci sono in abbondanza.
 


mercoledì 10 ottobre 2012

Il nostro peggior nemico

Quenst'anno a causa del gran caldo e del secco, fagioli e fagiolini hanno avuto vita dura.
La produzione estiva è stata sempre molto modesta ma finalmente con il calare delle temperature e con qualche pioggerella rigenerante finalmente da settembre la produzione è aumentata...purtroppo non solo quella.



La piralide è diventata il nostro peggior nemico. Anche l'anno scorso abbiamo avuto a che fare con sta bestiola,  di solito infesta il mais e migra principalmente nel momento della trebbiatura, invece quest'anno forse perché il mais è seccato prima ha pensato bene di aggredire tutte le altre culture con largo anticipo e con un particolare accanimento.
E' andata un po' dappertutto bucherellando pomodori, melanzane ma soprattuto fagioli e fagiolini rendendo la raccolta una vera e propria sfida. La nostra missione è diventa vendere solo ortaggi e non carne.


sabato 18 agosto 2012

Anguria gigante!



Mi sarebbe piaciuto aprire il post dicendo che questa era la nostra anguria più grossa, e che magari l'avevamo ottenuta con un certo innesto con la zucca  .....noooo!
Sarebbe una bugia troooppo grossa.
Comunque l'anguria in questione l'ho vista dal vivo.
La settimana scorsa è arrivata al mercato ortofrutticolo di Vicenza, pesa la bellezza di Kg 66 e mi sa che nessuno  nei dintorni non sia venuto a dargli un occhiatina.
La foto l'ho fatta apposta con un altro passante per meglio  far capire la  sua grandezza

martedì 14 agosto 2012

Zucche




Al mercato ortofrutticolo ci siamo arrivati per vie traverse, l'idea iniziale del nostro progetto prevedeva la vendita a casa e ai mercatini di "Campagna Amica". A casa all'inizio (l'anno scorso) non riuscivamo a vendere tutto, così capitava di non riucire a smaltire le eccedenze. Con i piselli e i fagioli non ci sono stati problemi, andavano a ruba. I fagiolini ci hanno creato qualche problema in più. Per non buttarli una volta ne  abbiamo regalati a dei frati in amicizia con mio padre forse più di un quintale. Con "Campagna Amica" non siamo mai riusciti a entrare nel giro.
Con i prodotti invernali poi c'era proprio bisogno di un altro sbocco.
Al mercato ortofrutticolo ci siamo arrivati tramite un macellaio a cui andavamo in inverno a potare le vigne. Grazie a questa persona abbiamo conosciuto quello che io chiamo "il mio maestro": il signor Mozzo.
Il mio maestro è un vero esperto del mercato, tanto che a 83 anni ha detto che forse adesso molla!!
Una delle cose che mi ha detto l'inverno scorso che ha attirato la mia attenzione è che le zucche sono come un conto in banca.
Io il mio maestro lo ascolto, anche perchè l'anno scorso le ho viste anche io le sue zucche che quasi si vendevano da sole.
Per noi quella delle zucche è stata la prima esperienza e quindi ogni tanto il mio maestro viene a farci visita per controllare che vada tutto bene e per darci qualche dritta.
Ok dopo tutta sta storia infinita vi presento il nostro Conto in Banca, filiale di Montegalda.

sabato 4 agosto 2012

Arcobaleno home made...




Con questo caldo programmare  i prodotti invernali sembra una cosa un pò strana. Qui stiamo irrigando le piantine  trapiantate: finocchi, porri, verze, cavolfiori, ma sopratutto radicchio di campo e radicchietto. appena seminati. La settimana prossima tocca  al radicchio veronese, trevisano, chioggia e castelfranco.
Che dire: " speremo ben!!! "

martedì 10 luglio 2012

Il nostro banchetto estivo al mercato


Ecco il nostro ultimo banchetto al mercato. Direi che in casa siamo molto soddisfatti dai miglioramenti che sono avvenuti da un anno a questa parte in termini di maggiore produzione, maggiore varietà, esperienza nelle cure e nella raccolta, sebbene non ci facciamo mancare (più che ogni tanto) qualche sbaglio proprio da principiante... comunque siamo fieri del risultato del nostro lavoro!

ps: ci scusiamo per la latitanza dal blog, ma siamo stati un po' occupati a tenere d'occhio le angurie, che come potete vedere mancano nella foto. A dire il vero, ultimamente angurie e meloni hanno, per così dire, "messo le gambe". Una mattina li abbiamo addirittura trovati già in direzione del cancello e il convincerli a rimanere sotto la loro serra ci ha portato via un po' di tempo! ;-)

venerdì 15 giugno 2012

Benvenuti a bisolandia


Per noi i piselli sono decisamente un prodotto di punta, e visto che è anche l’ortaggio con cui abbiamo iniziato la nostra avventura sono per noi un prodotto speciale.
Le file nella foto misurano quasi 300 metri l’una e in una giornata intera non sempre si arriva alla fine di quella che si è cominciata, però è una bella soddisfazione veder le cassette che si riempiono. 

giovedì 7 giugno 2012

Piccole patate crescono


Sarà perché sono state piantate in un campo separato dalle altre verdure, sarà che le altre verdure, specialmente quelle sotto serra, devono essere controllate a vista altrimenti "scappano" (accompagnate gentilmente dal raccoglitore non agricolo e non autorizzato...), ma le patate quest'anno sono un po' meno coccolate rispetto agli altri anni. Tutto sommato se la stanno cavando piuttosto bene!


mercoledì 23 maggio 2012

"Non è che per caso sai dov'è quella vecchia bicicletta?"

Meglio non chiederselo, perché proprio non se n'è salvata neanche una di bicicletta vecchia! Di quelle che si usano (ops, usavano) per andare velocemente sui campi a controllare che tutto fosse a posto, per portare qualcosa da bere "ai omeni" durante i giorni caldi della trebbiatura e per andare a vendemmiare... non è stato risparmiato neanche l'antico cimelio lasciato dal nonno, quello che ha cavalcato fino a 92 anni!
E dove sono finite?!
Possiamo dire che sono state più o meno "riciclate" con questo risultato:


Per la serie "stramberie n.2" ecco a voi le nonsocomechiamarle per raccogliere piselli, fagioli e altre verdure di questo tipo. Viste nel particolare:


- lunghe e strette, per poter passare tra una fila e l'altra di verdure;
- dotate di sedile (ora reso più comodo dall'aggiunta di un cuscino), per non dover stare inginocchiati durante il lavoro;
- utilizzabili  su ambedue i lati, così alla fine di una fila si cambia semplicemente lato e si ricomincia al contrario;
- dotate di cassettina porta cesta, per dare maggiore stabilità al raccolto che altrimenti rischierebbe di cadere con l'andamento del mezzo;
- dotate di manubrio, per andare a destra o sinistra senza doversi alzare;
- accessorio deluxe: l'ombreggiante, in previsione delle tante giornate di sole da passare lì sotto; funziona anche per la pioggia leggera (provato oggi!).

Considerazioni finali: prodotto artigianale/casalingo di discreta fattura; funziona a fette di polenta, per cui non consuma niente; zero emissioni nocive; rassodamento gambe e glutei assicurato; rallegra parecchio la gente che ci vede dalla strada (nel senso che effettivamente fa un po' ridere). Può essere usato anche come diversivo ludico (vedi sotto).


Vabbè, non sono più biciclette però il loro compito lo svolgono e sui campi ci vanno lo stesso! Eh eh ;-)

domenica 13 maggio 2012

Qualcosa comincia a muoversi

Dopo tanta attesa e con tanta gioia annunciamo i primi fiorellini della stagione estiva!!
In fondo è un po' come se fossimo i loro genitori! ;-)

Pomodori

melanzane

peperoni

e ormai le veterane zucchine



giovedì 19 aprile 2012

è importante avere un appoggio quando serve

Benedette piogge!!! Alla fine sono arrivate, portando beneficio alle coltivazioni e a tutto l'ambiente in generale. In più hanno purificato l'aria facendo cadere a terra tutte le particelle sospese... e pure tutti i virus!
E visto che fuori è tutto bagnato e ci sono pochi lavori da poter fare, ci siamo messi all'opera per dare una mano (e anche un bastone) ai nostri amici pomodori, che ormai nella loro nuova dimora (una delle serre) si trovano proprio a loro agio, quasi come fossero già in estate, visto il clima "caldino" in cui vivono!! :-)
Per farli crescere dritti abbiamo optato per questo tipo di struttura, composta da pali


accompagnata da spaghi che sorreggono ogni piantina:


venerdì 30 marzo 2012

Tutti hanno una scala con le scarpe!

Cosa ci volete fare... a volte una piccola svista (qui da noi il famoso "colpo de baùco") capita a tutti! Presi dalla più totale frenesia del mettere a dimora le nostre piantine con tanto di pacciamatura sotto le serre appena montate, non ci siamo più ricordati di dover ancora installare l'impianto di irrigazione "aereo". Risultato: il nylon e tutte le piantine erano ormai sistemati, come fare adesso per usare la scala sopra il nylon senza che questo si rompa?
Ecco la genialata (se così si può dire...):




domenica 25 marzo 2012

Serre atto III


Ok, colpiti e affondati! Montare i nylon sulle serre ci ha messo tutti KO, ma finalmente una delle tappe più difficili di questo percorso è stata superata. Adesso mancano le ultime rifiniture, come per esempio le porte di ingresso ad ogni serra e i quattro lati, che verranno montati nel giro di alcuni giorni. All'interno le serre sono aperte per rendere il passaggio da una all'altra più agevole (per noi speriamo... non per quelli che fanno self-service a gratis!).
Tutto sommato comunque, nonostante la fatica, il lavoro si è dimostrato più "facile" del previsto. Si viaggiava alla velocità di circa una serra all'ora e nel giro di un giorno e mezzo sono state montate tutte! E a parte qualche scherzetto del vento tutto è filato liscio. Un gran bel lavoro! :-)


martedì 13 marzo 2012

Serre atto II



Finalmente ce l'abbiamo fatta... almeno lo scheletro delle serre è montato, adesso manca solo (si fa per dire) la copertura, che dovrebbe arrivare in settimana. Fa un certo effetto vedere tutti questi archi insieme! Le serre in totale sono dieci per una lunghezza di quaranta metri ciascuna. Che sfaticata!!!

giovedì 8 marzo 2012

W la patata



I lavori per la messa in opera delle serre procedono, anche se più lentamente del previsto, ma ci siamo quasi. Nel frattempo si è fatta l'ora di piantare le patate. Oggi abbiamo fatto "rifornimento" del prezioso tubero e abbiamo concimato a dovere il terreno predisposto per questo tipo di coltura. La semina è prevista per sabato o domenica.
Scusate l'irriverenza del titolo, ma a conclusione di questo giorno dedicato alle donne ce lo possiamo anche permettere! Auguri!!! :-)

venerdì 24 febbraio 2012

Benvenuto, chiunque tu sia!




Finalmente il grande gelo è passato e le nuove colture cominciano a muoversi. Ad ottobre avevamo deciso di seminare cinque file da 60 metri ciascuna di aglio, cipolle e scalogno, e in questi giorni abbiamo notato che qualcosa si sta muovendo. Purtroppo ci è sfuggito un piccolo particolare… non ci ricordiamo più esattamente in quale fila si trova l’aglio, in quale le cipolle e in quale lo scalogno! Chissà questo piccolo germoglino a che famiglia appartiene?

mercoledì 8 febbraio 2012

La mitica verza


Di questi tempi nei vari Tg non si sente altro che parlare di freddo, neve, vento, ecc., il tutto abbondantemente accompagnato dai numerosi rincari sui prodotti agricoli, prevedibile conseguenza di questo tempo meteorologico alquanto insolito. Beh, ma allora se zucchine, pomodori e melanzane aumentano in modo esagerato, si può sempre optare per dei prodotti più “nostrani”, altrimenti a che cosa servirebbe il km 0?

Ed ecco quindi che torna di moda la nostra mitica, cara verza! Così verde, così invitante! E se è vero che le verze migliori sono quelle che hanno preso almeno una gelata, allora questa dovrebbe essere proprio un’annata eccezionale!!! 

lunedì 30 gennaio 2012

Serre atto I


In questi giorni ancora così freddi stiamo preparando le serre da mettere nei campi durante il mese di febbraio.
Zucchine, pomodori, ecc. ecc., troveranno dimora al calduccio sotto il loro telo protettivo e chissà quante buone primizie riusciremo a produrre (o almeno lo speriamo)!!!


martedì 24 gennaio 2012

Rosette con pancetta

Oggi niente racconti di ortaggi, oggi si mangia!!! Questa ricetta nasce dalla tradizione; tanti l'hanno sentita nominare ma mi sa che non molti l'hanno provata.




Ingredienti per 4 persone:

- 500 g rosette (cicorino)
- 250 g pancetta
- olio, pepe e sale q.b.
- aceto (a piacere)

In una padella mettere la pancetta con un po' di olio e cuocere a fuoco vivace. Aggiungere sale e pepe a piacere. Quando la pancetta è ben rosolata (deve essere dorata e un po' croccante) usarla per condire le rosette e aggiungere a piacere un po' di aceto.

Buon appetito!

domenica 22 gennaio 2012

Bisi (sur)gelati? No, grazie...


Dopo una settimana sotto zero oggi finalmente una giornata un po’ più tiepida. Tutto questo sole porta i miei pensieri alla primavera e mi vien voglia di controllare come se la cavano i piselli che abbiamo seminato a novembre…..a quanto pare è tutto ok.


sabato 14 gennaio 2012

Il radicchio di campo


Oggi vi parliamo del nostro prodotto di punta di questo primo inverno: il radicchio di campo.


Mai avremmo creduto che fosse così richiesto, anzi … all’inizio quasi pensavamo che fosse solo un ripiego nell’attesa che si avviasse la vendita di rosette (il famoso “cicorino”).

Ma ecco invece il boom!

E tanta era la paura di averne seminato troppo e di esserci “intrappolati” in un lavoro senza fine (prepararlo richiede un sacco di tempo!), tanta è adesso la paura che finisca troppo presto!


martedì 10 gennaio 2012

L'inverno


Vi è mai capitato di immaginare l'orto durante l'inverno? Probabilmente assomiglierebbe a qualcosa del genere:



Grigio-marrone, marrone-grigio… e poco da fare, che monotonia! (Beh, forse qui la foschia aumenta un po’ la tristezza della foto!!!)
Noi per primi pensavamo che d’inverno l’orto portasse meno lavoro e che fosse un po’ più abbandonato a se stesso. Per fortuna ci sbagliavamo di grosso! L’orto invernale si è rivelato quasi più fruttifero che nelle altre stagioni, in poche parole, il lavoro non finisce mai! Cicoria, rosette, verze, broccoli, radicchio e chi più ne ha più ne metta! E al contrario della foto sopra ecco come si presenta quest’inverno il nostro orto:


venerdì 6 gennaio 2012

Il mercato



Ed eccoci qua, alle prese con l'ultima festa natalizia: l'Epifania.
Come sempre però la natura non tiene conto delle feste o delle vacanze; i prodotti dell'orto continuano a crescere e noi continuiamo a raccoglierli e a prepararli per portarli al mercato... anche domani!

martedì 3 gennaio 2012

Il mio orto



Il  mio orto non è il classico fazzoletto di terra dietro casa, infatti con la mia famiglia abbiamo cominciato a coltivare ortaggi da vendere al mercato orto frutticolo. Anche se le dimensioni sono un po' diverse, le dinamiche sono le stesse: si semina, si coltiva e si raccoglie.
Con questo blog non intendo insegnare niente perché comunque anch'io sono alle prime armi, la mia intenzione è solo quella di raccontare cosa succede e magari scambiare idee con altre persone interessate all'argomento.

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